Fonte: âMegachipâ
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Il quadro generale: la propaganda è senza esclusione di colpi
Il contesto è quello del grande sommovimento del mondo arabo e islamico del 2011, in cui lâOccidente interviene secondo convenienza, scegliendo quali dittatori sono dei bastardi e quali invece sono pur sempre i ÂŤnostriÂť bastardi. I primi saranno sottoposti a unâimplacabile âreductio ad Hitlerumâ e accusati di ogni nefandezza, nonchĂŠ soggetti a ogni tipo di attacco e di provocazione militare, diplomatica, mediatica. I secondi saranno blindati da un silenzio mediatico speculare alla campagna che invece colpisce gli altri. Chi vuole approfondire può farlo. Chi ha giĂ approfondito ha visto operare unâinstancabile macchina della menzogna, che sforna di continuo come istanze genuine centinaia di immagini, di filmati, di blog, di profili da social network che spesso si rivelano totalmente falsi. La maggior parte di questa enorme produzione sfugge alla critica, e passa per vera. Ă in atto un gigantesco sforzo mediatico che occulta la sua radice strategica in seno a comandi militari che lo organizzano.[1]
Il tentativo, fin qui riuscito, è quello di raccontare le vicende mediorientali con una distinzione fra buoni e cattivi che coincide con le linee di frattura degli interessi strategici dettati dallâOccidente e dalle petro-monarchie della penisola araba. Nellâottica degli strateghi, bersagliare il mondo con messaggi e percezioni ÂŤcoerentiÂť è denaro ben speso, tanto quanto i dollari sborsati per un cacciabombardiere. Sono armi entrambe.
Per chi ha pianificato le guerre in corso e sta preparando le prossime entro breve, è meglio azzerare il rischio che non siano accettate, ed è meglio estendere lâombrello della pianificazione militare totale a ogni aspetto della comunicazione. La parte piĂš succosa saranno le immagini, che dovranno trasmettere messaggi emotivamente coinvolgenti ed eticamente semplificati.
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Il video del cecchino, un filmato da dissezionare. Intervista a Pier Paolo Murru, esperto video
Vale dunque la pena ritornare sul video del cecchino che tanto ha emozionato Mentana e Battistini.
Mi aiuta nella traduzione dallâarabo Naman Tarcha, che riesce a trascrivere i contenuti delle voci che si odono nel video. E rivedo svariate volte le immagini con lâaiuto di un esperto di post-produzioni video, Pier Paolo Murru, il quale entra molto in profonditĂ nei dettagli.
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Murru, innanzitutto cosa nota nella sequenza dal punto di vista tecnico?
ÂŤVista la risoluzione e la qualitĂ della sequenza analizzata, si tratta probabilmente di un video girato con un palmare/smartphone (forse un iPhone di vecchia generazione). Marca e modello non sono comunque informazioni importanti in questo caso.
Lâuso di questo genere di strumenti, in questi contesti ad alto rischio, concederebbe alcuni vantaggi rispetto a quel che si sarebbe costretti a fare con una normale videocamera handy: ovvero tenerla a braccio teso (angolato o disteso), a diretto contatto fisico â attraverso il viewfinder interno (mirino) o a breve distanza per visionare lâLCD esterno. Infatti, grazie alla estrema leggerezza e compattezza degli smartphone, è possibile riprendere con margini di sicurezza ben piĂš ampi proprio in quei casi in cui si renda necessario ârubareâ sequenze video senza essere visti o comunque senza avere lâingombro di un normale cineoperatore e relativa attrezzatura, posizionando lâapparecchio nel punto piĂš consono allo scopo e alla situazione in cui ci si trova. Le lenti di questi sistemi sono tendenzialmente di origine medio grandangolareÂť.
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Da quel che mi dice, un apparecchio come quello appena descritto riesce a fare grandi cose, ma le immagini che vediamo sembrano sporche e sgranate. Come mai?
Nella sequenza lâangolo di vista è piuttosto stretto, e questo farebbe ipotizzare lâuso dello zoom digitale che giustificherebbe, in parte, lâevidente tremolio durante il movimento della mano e la qualitĂ decisamente degradata a prescindere dalla compressione.
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Ha analizzato il luogo di ripresa dove si sporge il video-operatore misterioso?
ÂŤLâoperatore si trovava su un volume sopraelevato (un tetto o un balcone di una palazzina) che si affaccia su alcune strade circondate da altre palazzine. Si nota un parapetto di protezione alto circa 100/120cm (4/5 file di blocchi in calcestruzzo).Âť
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Quali impressioni ricava dalla sequenza video, è normale il comportamento dellâautore del filmato?
ÂŤAlla luce di quanto dicevo prima, in relazione alle possibilitĂ concesse da questi strumenti di ripresa, e vista la situazione che presumiamo di altissimo rischio, io mi sarei accovacciato dietro al parapetto, mettendomi in totale sicurezza, e avrei esposto solo il telefono al disopra del muro osservando da basso cosa stessi riprendendo. In questo modo avrei avuto modo di âguardarmi attornoâ come farebbe un periscopio a pelo dâacqua. Ma â se fosse vero questo scenario â considerata lâalta frequenza di colpi dâarma da fuoco che si sentono nella sequenza, di certo non mi sarei sporto con la sola testa, o peggio alzato in piedi, rendendomi completamente visibile e vulnerabile allâeventuale mira e tiro dei cecchini.Âť
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Il videomaker appare dunque come un temerario. Che tipo di riprese fa?
ÂŤNel video lâoperatore usa il telefonino come fosse una videocamera standard. Cioè ponendo il cellulare fra se e il soggetto e sul medesimo asse del viso. Operazione che ritengo del tutto insensata, visto il rischio a cui si andava incontro e viste le possibilitĂ di âmonitoraggioâ a distanza offerte dalle riprese effettuate con piccole videocamere come i telefoni cellulari. Anche nel caso in cui avessi deciso di espormi, alzandomi in piedi dietro al parapetto, avrei almeno tenuto il cellulare lontano dal corpo, puntandolo sul soggetto da inquadrare, e tenendo bene in vista il soggetto ad occhio nudo per carpirne le reali caratteristiche e intenzioni. In questo caso, una volta riconosciuto il militare armato (a vista o attraverso lâLCD nellâinquadratura zoomata), mi sarei buttato immediatamente al suolo per mettermi in sicurezza, e al limite avrei cercato di riprenderlo successivamente con la tecnica âa periscopioâprima descritta. Personalmente non avrei nemmeno rischiato di perdere la mano per un colpo di arma da fuoco, ma evidentemente questa è una valutazione del tutto soggettiva.Âť
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Ecco, il momento dellâinquadratura del marmittone armato è un momento cruciale. La mano dellâoperatore, che prima era una specie di gelatina sussultante, improvvisamente è fermissima. Lei fa notare che lâoperatore è estremamente esposto, e sembra abbandonare ogni precauzione che una persona di buon senso adotterebbe. Cosa accade?
ÂŤNella sequenza in questione, lâoperatore dedica lâunica sequenza steady (a mano ferma e stabile) al suo killer. Si ferma, lo individua chiaramente, lo perde di vista per alcuni istanti e lo ricerca senza alcuna titubanza. Non accenna timori, almeno non nel modo con cui continua a riprendere il soldato. Lo tiene inquadrato mentre prende la mira con tutta calma, e si fa uccidere. Lâasse di mira del cecchino coincide alla perfezione con lâasse di ripresa e di conseguenza con lâasse della testa o di un altro organo vitale â tale da giustificarne la morte istantanea, o quasi. Personalmente, analizzando la posizione della canna del fucile rispetto allâinquadratura, credo che lâasse sia riferito al capo e quindi dovrei dedurne che lâoperatore tenesse il cellulare proprio davanti al viso, esponendosi completamente al suo assassino.Âť
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Alla fine vediamo una strana danza fra vittima e carnefice, una sorta di tempismo perfettoâŚ
ÂŤUn altro ragionamento mi fa sottolineare quanto sia stata perfetta la sincronia fra i due soggetti, nel cercarsi e nellâesporsi lâuno allâaltro â con il cecchino e lâoperatore che si âmiranoâ a vicenda nel medesimo istante, faccia a faccia e corpo a corpo, malgrado la sequenza precedente indicasse estrema incertezza nella ripresa e il militare avesse, sino al momento della sua inquadratura, la vista occlusa da un balcone della palazzina soprastante.Âť
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Veniamo al clou, la sequenza dellâÂŤuccisioneÂť. Cosa ha notato?
ÂŤLâoperatore trova il militare al minuto 00:32 del video; si vedono solo le sue gambe che in quel momento esatto potevano solo indicare la presenza di una persona appostata o nascosta. Segue una raffica di fuoco che pare molto vicina (ampiezza) ma di cui non si capisce lâesatta provenienza (segnale mono) e lâoperatore perde lâinquadratura â forse per cercare la fonte degli spari ma non per mettersi in sicurezza â ma semplicemente alza un poâ piĂš in alto la ripresa per poi tornare a cercare il militare. A 00:37 il militare fa il primo passo avanti e la camera risolleva lâinquadratura. Lâoperatore ritrova il suo soggetto a 00:42 e qui entrambi si fermano, lâuno in fronte allâaltro â ma il cecchino ha ancora il fucile in posizione di sicurezza (con la canna puntata al suolo). Ancora lâoperatore non si mette in sicurezza. Immediatamente dopo si trovano lâuno, come giĂ detto, nel mirino dellâaltro e il cecchino alza la canna del fucile e la punta sulla presunta vittima.Âť
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Lâoperatore pare voler fare qualcosa (agita la camera) ma invece di mettersi definitivamente in sicurezza â torna a riprendere il tizio in grigioverde.
ÂŤSĂŹ, e lo fa dopo quei 4 secondi che servono al militare per prendere la mira; ed ecco lo sparo, mentre lâoperatore continua a riprendere.
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Lâuomo che riprende il video, prima di questa sequenza, tiene in mano lâapparecchio oltre il parapetto, visto che in alcuni fotogrammi immediatamente precedenti allo sparo, inquadra la strada sotto la sua posizione dove si vede la stessa ombra dellâedificio che lo ospitaÂť. (fotogramma sotto).
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Il video, a questo punto, dopo lo sparo diventa buio, ma si sente ancora lâaudio. Diventa meno interessante?
ÂŤTuttâaltro. Ă da notare come il telefono non sia precipitato in strada dopo lo sparo (malgrado la posizione dellâoperatore non sia sostanzialmente cambiata), ma sia stato tenuto in mano e riportato allâinterno del terrazzo, sino ad impattare al suolo.
Il primo impatto del telefono avviene (analizzando lâaudio) a circa 7 decimi di secondo dallo sparo (tempo compatibile con una piccola parabola o una caduta diretta allâindietro) â innescando poi un rimbalzo stretto che dura circa 1.8 secondi. A livello video, lâunica modifica nel segnale, è sancita da un buco nero a breve distanza dallo sparo. Si tratta di totale assenza di informazioni per alcuni fotogrammi, riferibile forse allâimpatto sul pavimento dellâapparecchio â anche se si percepisce un fenomeno di rimbalzo (in audio e in video) che farebbe pensare ad un urto piĂš morbido in cui lâenergia cinetica sia stata smorzata in piĂš tempi prima del contatto finale con la pavimentazione del terrazzo. Personalmente mi sarei aspettato che il telefono si disintegrasse vista la violenza estrema e la dinamica del fatto, ma qui entra in gioco la fisica e visti i pochi elementi in gioco è difficile scartare o validare un elemento come questo.
Queste sono valutazioni generali e non sempre sostanziali che però, a mio avviso, meritano di essere considerate nellâinsiemeÂť.
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A questo punto lâanalisi dellâaudio diventa fondamentale, non crede?
Vi sono diversi aspetti poco chiari nella struttura della colonna audio, ma ne esporrò i principali per evitare di entrare troppo in territori tecnici. Vediamoli però graficamente.
Gli eventi audio piĂš importanti sono due assenze di segnale a â dB, alcuni secondi dopo lo sparo e dopo qualche altro secondo di eventi audio:
Poco dopo lo sparo e la caduta al suolo del telefono (con conseguente rimbalzo stretto) si presenta il primo silenzio (indicato col segno infinito â):
Meglio si nota nellâimmagine seguente, dove ho indicato il primo âbucoâ, che avviene su una voce che si tronca di netto a 00:49 (primo segno rosso/abrupt interruption). Segue il silenziamento a 00:50 (segno giallo) di circa 5 secondi a â dB. Segue un fading (secondo segno rosso/fade in) di altre voci che proseguono sino ad un ulteriore taglio (terzo segno rosso/fade out) che porta un altro silenzio a â dB a 01:01 (secondo segno giallo) per poco meno di 2 secondi. Un ultimo evento (quarto segno rosso/ abrupt in) reintroduce brutalmente le voci che procedono sino alla fine della sequenza.Âť
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La nettezza e lunghezza di questi buchi nel sonoro e la regolaritĂ delle dissolvenze sembra abbastanza anomala. Ma vada avanti. Ci sono altri eventi rilevanti nellâaudio?
ÂŤSĂŹ. Questi altri eventi sono presenti sotto la colonna audio riferita alle vicinanze dellâoperatore (dallâinizio sino allo sparo che lo mette al suolo), che hanno strutture ricorrenti. Ovvero si tratta di eventi audio che si ripetono nella medesima forma e nella medesima tonalitĂ lungo lo scorrere del tempo. Seppure non vi sia sovrapponibilitĂ dâonda a causa del fatto che vi sono piĂš fonti di rumore ambientale (spari, urla, voci etcâŚ), questi eventi vanno evidenziati in quanto appaiono e scompaiono in âabrupt waveform changes/awcâ. Ossia dei cambiamenti repentini della forma dâonda, negli innesti fra eventi sonori, nellâentrata e nellâuscita di altrettante sorgenti di rumore ambientale. Senza doversi vedere tutte le campionature e senza infilarci nellâanalisi dei sample, se ne può sentire distintamente uno fra il punto 00:16 e il punto 00:18, ma ve ne sono diversi lungo questa prima parte di sequenza. CosĂŹ come arrivano determinati âpatternâ di sottofondo (insiemi di proteste, cantilene e urla) che si ripetono per poi scomparire di netto, anche al rientro dalle attenuazioni di segnale causate dagli spari. Questa discontinuitĂ generale si manifesta, a livello meramente uditivo, anche allâinizio della sequenza, quando la voce dietro la telecamera (nelle sue immediate vicinanze visto che si sentono chiaramente i suoni delle consonanti occlusive bilabiali, cioè i suoni delle P e delle B, che vanno a âcolpireâ la pastiglia del microfono) parla velocemente senza tentennare, per poi sottolineare pochi cicli di affanno respiratorio in cui lâemissione dâaria viene sparata anchâessa sul microfono producendo il classico rumore a bassa frequenza simile al wind noise (rumore del vento). Affanni che però si fermano di netto nellâimmediato proseguo della sequenza. Si passa da un respiro da debito dâossigeno che dura 3 secondi (da 00:08 a 00:11), alla totale assenza di respiro per tutto il seguito della sequenza.
Altre considerazioni sulla colonna audio, che a mio avviso meritano interesse, sono la quasi totale assenza di rapporto fra direzionalitĂ del microfono (e dellâapparecchio di ripresa teoricamente solidale) e le caratteristiche dei suoni in relazione allâambiente in cui questi sono stati presi in audio.Âť
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Cioè il microfono e la âtelecameraâ, essendo â come dice â ÂŤsolidaliÂť, si spostano assieme. E però i rumori che sentiamo sono slegati dai movimenti che vediamo?
ÂŤSebbene la colonna audio sia in doppio canale/mono (i due canali destro/sinistro sono identici per cui è impossibile fare una preziosa analisi della fase per identificare le diverse sorgenti sonore nello spazioâŚ), non si identificano sostanziali modificazioni in ampiezza dinamica e struttura, al cambiare del punto di ripresa. Questo indicherebbe che, indipendentemente dove si punti lâapparecchio e il relativo microfono, la presa audio conserva le medesime caratteristiche, anche quando lâoperatore tiene lâapparecchio basso e in prossimitĂ del parapetto al punto 00:23 (area occlusa). PiĂš precisamente, vi sono modificazioni di volume e struttura, ma apparentemente non collegate ai movimenti/direzione espressi nella sequenza. Ovvero, sono presenti modifiche sostanziali dellâonda sonora malgrado il punto di ripresa video rimanga immutato o con poche variazioni e viceversa. In parte, questo può essere causato dallâattenuazione automatica che segue ogni evento audio particolarmente violento (come gli spari che tipicamente generano awc), ma è meno comprensibile laddove non vi siano eventi di questo genere.Âť
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Non immaginavo che lâanalisi dellâaudio potesse svelare tanti micro-dettagli. Si possono trovare altri indizi su come viene maneggiato lo strumento di ripresa, sul fatto che sia allâaperto o al chiuso?
ÂŤIn questo caso specifico possiamo anche registrare la presenza del âticchettioâ che si produce maneggiando questi apparecchi, prodotto dai microurti delle dita sulle parti in plastica del telefono.
Ma câè di piĂš. Immediatamente dopo la ricomparsa del segnale dai â dB (00:54), le caratteristiche audio riferite alle sequenze audio finali si percepiscono come piĂš soggette a riverbero ambientale, rendendole piĂš simili ad una presa in ambienti chiusi/occlusi piuttosto che a cielo aperto come la prima parte di video. Si ascolti la sostanziale differenza fra la presa iniziale (voce introduttiva) e quella finale (voci attorno alla vittima) in cui si caratterizzano forti similitudini con quanto è ottenibile effettuando una presa audio al chiuso e con sorgenti molto vicine al microfono. In questa parte del video (telecamera al suolo) vi sono anche diversi contatti/strofinamenti con il microfono (humming/rumble a basse frequenze) senza però innescare movimento nella ripresa che appare pressochĂŠ identica sino allâultimo fotogramma.
Le caratteristiche di tipo acustico e di riverberazione ambientale potrebbero anche essere state generate dalla posizione finale dellâapparecchio, magari in una zona occlusa e vicino a delle pareti, malgrado questa specifica caratteristica sia presente su tutte le sorgenti, compresi gli spari in strada che in questa area del filmato, comprendono veri e propri rimbalzi/eco â e code piĂš lunghe. Volendo sforzarsi un poco oltre, forse si tratta di diverse armi posizionate in altrettante aree e forse il telefono è rimbalzato sino a dentro casa (nel caso fosse un balcone). Certo è che questo nuovo assetto audio parte dal silenzio e dai vari cut & fading di cui sâè parlato sopra â e prosegue sino alla fine â e non contiene piĂš nessuno di quei pattern di protesta che erano presenti allâinizio, pur trovandosi molto vicino a livello strettamente temporale a quella zona del video. In definitiva vi sono due macro registri, ognuno con le proprie caratteristiche acustiche.
Ă comunque una pratica assai difficile quella di comprendere la posizione delle diverse sorgenti audio in relazione al punto di ripresa; nella sequenza lâunico soggetto umano visibile è il cecchino che spara un solo colpo. Tutte le altre voci, urla, spari, cantilene etc. non hanno soggetti/sorgenti a vista e le strade inquadrate appaiano del tutto deserte, malgrado lâapparente prossimitĂ degli eventi audio che è possibile percepire nellâascolto della sequenza audio. Anche in linea del tutto generale, non câè molta corrispondenza fra ciò che si sente e ciò che si vede⌠ma in assenza di analisi di fase (impossibile a causa del segnale dual mono) è impossibile dare un parere profondo e preciso sulla questione riferita a questo aspetto.Âť
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Possiamo trarre delle conclusioni da questa analisi?
ÂŤSbilanciarsi in senso assoluto verso unâunica interpretazione, sopratutto in presenza di cosĂŹ tanti elementi particolari, non è cosa facile nĂŠ da prendersi alla leggera. Certamente vi sono molteplici aspetti che fanno apparire lâaudio come opera di mixaggio di varie fonti preregistrate e sarei disonesto se non ipotizzassi tale configurazione. Situazione che giustificherebbe in un sol colpo tutte le caratteristiche che ho riscontrato nella colonna audio e in quella video. Personalmente, vista la quantitĂ di âsintomiâ, penso si tratti di un falso, probabilmente creato a tavolino o miscelando diverse altre fonti tratte da altrettanti materiali audiovisivi.
Ă certo che lâopzione fictional spiegherebbe in un sol colpo tutte le caratteristiche, le contraddizioni e le manipolazioni â riscontrare nella sequenza.Âť
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Le parole di Murru sono giustamente prudenti, ma altrettanto nette nellâindicare quale linea di ricerca privilegiare in base ai fondati elementi di prova raccolti.
Anche la traduzione e trascrizione delle voci che si odono nel video ha qualche stranezza. Leggiamola.
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Cosa si dice nel video
00.02: ÂŤLA POLIZIA SPARA SUI FRATELLI CITTADINI .. NELLA VIA DI AL SHAM (a Damasco NdR), NELLA ZONA DI KARM AL SHAMIÂť.
(Poi aggiunge la data) ÂŤ1/7/2011 SENZA MOTIVO, NON CâĂ NĂ MANIFESTAZIONE NĂ NULLAâŚÂť
(le voci non identificate pronunciano parole di cui non si afferra precisamente il senso:
Uno: ÂŤOGGI?Âť. Risponde lâaltro: ÂŤSONO QUI DALLA MATTINAÂť (sembra di udire unâeco).
00.40: si sentono voci chiare di una presunta manifestazione (sebbene pochi secondi prima si dicesse ÂŤNON CâĂ NĂ MANIFESTAZIONE NĂ NULLAÂť, ammesso che si parlasse del presente.
Le voci della folla urlano:
ÂŤTAKBIRÂť: ossia lâinvito a glorificare Dio⌠e la folla risponde: ÂŤALLAHU AKBARÂť (ÂŤDio è piĂš grandeÂť)
Dopo lo sparo si ode una parola mozzata: lâinizio di ÂŤHROOâŚÂť che presumibilmente compone la prima parte di ÂŤHROOBÂť: che significa ÂŤSCAPPA!Âť
00.56: Lâannuncio di morte dice: ÂŤLA PALLOTTOLA LO HA COLPITO IN TESTA?Âť
Cui segue un espressione di lutto: ÂŤO DIO, O DIOÂť
Una frase didascalicamente melodrammatica giunge dalla voce della presunta vittima ÂŤMI HA UCCISOÂť. Nel frattempo una voce chiede : ÂŤCOSA? RIPRENDO? Âť
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Conclusioni
Dobbiamo chiederci come faccia il sistema dei media ad accogliere simili video come se fossero stille di oro colato, quando i precedenti delle manipolazioni informative e le caratteristiche intrinseche dei filmati dovrebbero portare a diffidarne radicalmente, per trattarli invece con le pinze. Invece vengono lanciati in prima pagina. I perchĂŠ non sono rassicuranti.
Per smontare un video ho impiegato molto tempo, e sono dovuto entrare in dettagli tecnicamente complicati, per quanto illuminanti. Nel frattempo, in milioni di case, lâhomo videns è stato bombardato da altre decine di filmati, servizi giornalistici, narrazioni molto semplici e molto false.
Smitizzare un video taroccato mentre accade tutto il resto mi sembra come fermare uno tsunami con un cucchiaino. Eppure mi pare un avamposto del dovere.
Le macchine della menzogna paiono invincibili, ma come insegna la vicenda Murdoch in Gran Bretagna in questi giorni, una volta raggiunta una massa critica di eventi che si oppongono a un certo sistema, anche quelle macchine possono essere sconfitte. Ă sperabile che accada anche per la propaganda dei tanti pappagalli di guerra.
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[1] Nick Fielding, Ian Cobain, Revealed: US spy operation that manipulates social media, in The Guardian, 17 marzo 2011.